Il pantarèi di Ezio Sinigaglia

Tempo di lettura stimato: 3 minuti

di Simone Giusti

Daniele Stern, il personaggio protagonista del romanzo Il pantarèi, è un giovane collaboratore editoriale che, come il narratore della Vita agra di Luciano Bianciardi, lavora a cottimo per le redazioni delle case editrici di Milano.

La redattrice Ghiotti era al telefono. Sollevò lo sguardo bruno sulla figura appena intuibile del collaboratore Stern in equilibrio sommario. Massima economia gestuale. Mano destra accennante. Si accomodi prego la poltrona. Similpelle nera. Mi scusi. Farla aspettare ma cosa vuole. La sua pazienza sarò breve. La similpelle nera accusò il suo peso con un discreto ploff di assestamento.
Ascolatare o non ascoltare? Tipica situazione da sigaretta. Estrasse, esitò, tese il pacchetto. La Ghiotti mosse ancora gli occhi bruni. No grazie caro Stern. Mattino. Stomaco vuoto. O forse solo Muratti. St. Mortiz dal lungo filtro bianco. Al gusto di mentolo. Alito sempre fresco. Dentifricio aerosol.

Sono passati alcuni anni – La vita agra è del 1962, mentre Il pantarèi è stato pubblicato nel 1985, – il boom economico è finito e l’Italia è un paese più omologato e, per certi versi, progredito, almeno dal punto di vista dei costumi sessuali. Rimangono identici, semmai, i vizi della lingua italiana, che prima veniva torturata e deformata dagli intellettuali e dai quartari, poi, ai tempi di Stern, è vittima degli avvocati e del loro gergo piatto e retorico, magniloquente e pedestre:

Ritengono, i citati operatori del diritto, che sia d’uopo allo scrivente, e altresì al parlante, l’attenersi scrupolosamente al dettato di talune norme che, quantunque non emanate dai legittimi organi legiferanti, purtuttavia, rilevando la loro efficacia dalla consuetudine, sono da considerarsi nella fattispecie vincolanti.

Stern, che alla carriera di romanziere ha preferito quella di autore di contenuti per l’industria editoriale, accetta un incarico ben retribuito e urgente: deve scrivere una breve storia del romanzo del Novecento per una «Enciclopedia della Donna».
La storia narrata procede così su un doppio binario: le tappe fondamentali della letteratura modernista (Proust, Joyce, Musil, Kafka, Svevo…) si intrecciano con le vicende quotidiane del protagonista, che è ancora innamorato della moglie – che ormai vive con un altro uomo (un avvocato), – e che è attratto dai ragazzi, coi quali ha rapporti intensi e fugaci. E così, romanzo dopo romanzo, il narratore – che si confonde sempre più col personaggio, con frequenti scambi di voce – prende a prestito le tecniche fondamentali della grande narrativa modernista, dall’indiretto libero al monologo interiore, per arrivare al più temerario flusso di coscienza, imitando abilmente lo stile di Céline (reinterpretato in vesti gaddiane) o il finto autobiografismo sveviano, prendendo da ciascuno quel che serve a divertire chi legge, certo, nel più autentico spirito joyciano, ma senza mai rinunciare a una tensione conoscitiva straordinaria, quella sì davvero novecentesca, che gradualmente lascia emergere tutta la profondità del personaggio Stern, l’inetto in salsa postmoderna.
Il risultato è un capolavoro di scrittura e di narrazione, che era passato inosservato negli anni Ottanta e che oggi, ripubblicato in una collana diretta da un giovane studioso fiorentino, Giovanni Turi, sta finalmente riscuotendo il meritato successo.
Ezio Sinigaglia, milanese, dopo aver lavorato per oltre trent’anni nell’editoria e nella pubblicità, si è rimesso a scrivere e a girare l’Italia per presentare questo suo romanzo giovanile. Non poteva mancare, in questa sua tournée, una visita a Grosseto-Kansas City, la città di Bianciardi, l’autore che in Italia ha anticipato quelle tendenze postmoderniste della letteratura che Sinigaglia ha poi intrepretato con grande maestria.

Domenica 14 aprile alle 18.30 a Kansassìti, in via Porciatti 10, Ezio Sinigaglia incontra Roberta Lepri e Simone Giusti del Collettivo Bianciardi 2022, coordinati e guidati da Alessandra Nesti, coordinatrice redazionale della rivista «La ricerca» di Loescher editore. Giuseppe Girimonti Greco legge alcuni brani tratti dal romanzo.

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